La Chiesa di San Nicola di Bari
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Posta al centro della parte alta della città e conosciuta come “Duomo“, la Chiesa di San Nicola di Bari è la Chiesa Madre di Termini Imerese. L'edificio che vediamo oggi è il frutto di interventi che nel tempo ne hanno cambiato l'aspetto originale.
La storia
La Chiesa, eretta tra il 1408 e la metà del secolo, era originariamente dedicata a Santa Maria La Nova ed è nel 1516, quando diventa Chiesa Madre, che viene consacrata assumendo il titolo di San Nicola di Bari. Nel 1604 l'edificio venne abbattuto insieme alle due chiese attigue, dedicate a San Paolo e San Nicolò di Bari, per essere ricostruito ed ampliato sotto la
direzione dell'architetto Antonino Spatafora. Successivamente, tra il XVII e XIX secolo, la Chiesa subisce ulteriori rimaneggiamenti che costutiscono l'aspetto che vediamo oggi.
L'esterno
Il prospetto esterno è stato realizzato in due fasi. La prima elevazione, eretta alla fine del 1600, è costituita dai tre portali d'ingresso: quello centrale è incorniciato da due coppie di colonne con capitelli compositi e sormontate da un frontone ad arco spezzato con al centro il gruppo scultoreo realizzato da Filippo Sgarlata nel 1925 raffigurante il Beato Agostino Novello affiancato da due angeli che reggono i suoi simboli iconografici, il libro delle regole agostiniane e la chiave, simbolo della sua carica di penitenziere papale; invece i portali laterali sono incorniciati da due colonne con capitelli corinzi, sormontate da un frontone ad arco spezzato ed entrambe affiancate da nicchie, realizzate nel 1798, che accolgono le state dei santi Pietro, Paolo, Giacomo e Giovanni Battista, copie degli originali conservate all'interno della Chiesa. Il resto dell'elevazione è riccamente decorata con paraste, capitelli, decorazioni in stucco con motivi floreali e protomi di cherubini e una trabeazione in calcare lavorato. La parte superiore è stata realizzata nel 1912 e comprende il timpano e la torre campanaria, rivestita di maioliche verdi. Riprende lo stile della prima elevazione suggerendo l’idea di un disegno unitario di gusto ecclettico. Sul fianco destro sotto il campanile si può ammirare un frammento di cornice romana che, secondo la tradizione, è ciò che rimane del palazzo di Stenio, che sorgeva proprio in quest'area.
L'interno
All'interno la Chiesa ha una planimetria a croce latina suddivisa in tre navate da colonne a base attica e capitelli compositi, sormontate da colonne a tutto sesto. Quello che ci colpisce entrando sono gli splendidi affreschi della navata centrale, del transetto e del presbiterio, realizzati dal De Galbo. Sulla volta della navata centrale i sei riquadri mostrano il concetto di “Chiesa”, cioè luogo di incontro tra Dio e l'uomo: il giardino dell’Eden, Noè e la sua famiglia dopo il diluvio, il sacrificio di Isacco, Mosè sul monte Sion, il tempio di Gerusalemme, Cristo fra i dottori del tempio. Ai lati delle finestre sono raffigurati in maniera alterna simboli sacerdotali, vescovili presbiteri, sottolineando la loro funzione pastorale e culturale, guide della comunità. Il ciclo pittorico continua nel presbiterio dove, all'interno della finta cupola, sono rappresentati i profeti e i 12 apostoli. Nel presbiterio centrale si trova il crocifisso ligneo dipinto di Pietro Ruzzolone (), capolavoro del 1484, mentre all'interno un magnifico coro in noce e sulle pareti sei bassorilievi di scuola marabittiana. Lungo il transetto sono rappresentati allegoricamente gli insegnamenti alla base della fede e della speranza nella vita eterna: le virtù, S. Calogero martire e altri Santi patroni. Oltre agli splendidi affreschi lo spazio è riccamente decorato con stucchi che, imitando il marmo, formano cornici, modanature, capitelli, motivi floreali e angeli.
Le Cappelle laterali
Lungo le navate laterali si aprono sei cappelle per lato. Tra quelle più importanti:
- Cappella dell’Immacolata: nel transetto sinistro, dedicata alla Madonna dell'Immacolata, è ricca di stucchi realizzati nel Seicento da Diego Gelardi che circondano l'altare, sempre del Seicento, decorato con marmi mischi e policromi con al centro lo stemma di Termini Imerese sorretto da due putti e un paliotto marmoreo con un tondo raffigurante la fonte della vita. Sopra l'altare è posta la statua marmorea della Madonna databile tra Cinquecentesco e Seicento. Sulle pareti laterali quattro olio su tela realizzati da Tommaso Pollaci nel XVIII secolo raffiguranti momenti della vita della Madonna.
- Cappella del Santissimo Sacramento: nel abside sinistra, adornata da Giuseppe Schillaci nel 1895, ospita l'altare in marmo opera dei fratelli Musca, del XVIII secolo, decorato con formelle a rilievo. Al centro, il tabernacolo presenta colonne in marmo policromo ed è abbellito con cornici, fregi in bronzo dorato e da 4 statuette raffiguranti gli evangelisti con i rispettivi simboli. Le pareti sono riccamente decorate con gli altorilievi realizzati da Federico Siragusa, allievo del Marabitti.
- Cappella del Beato Agostino Novello: nell'abside di destra, ospita quattro teche laterali in argento del XVIII secolo, con le reliquie di Santa Basilla, San Calogero martire, Santa Candida e il braccio del Beato Agostino, mentre la teca centrale accoglie il corpo del Bato Agostino. Al centro un altare in marmo sormontato da un arco spezzato con al centro la statua del Beato Agostino Novello, affiancato da Santa Basilla e San Calogero.
Sulle pareti laterali due affreschi raffigurano momenti di vita del Beato.
-Altare di San Nicola di Myra: nel transetto di destra, presenta al centro l'altare Seicentesco, di stile barocco, con decorazioni a intarsio e volute e al centro un paliotto marmoreo con un tondo raffigurante le insegne vescovili. Sopra l’altare un olio su tela del XVII secolo raffigurante la Vergine con il bambino mentre consegna l’insegna vescovile a san Nicola di Myra. Ai lati dell’altare due tele di Tommaso Pollaci del 1784 raffigurano il Beato Agostino. La balaustra marmorea che cinge l’altare è stata eseguita su progetto dell’Ing G. Indovina nel 1920 e trasferita dall’abside centrale nel 2009. Al centro una scultura lignea dipinta raffigurante l'Assunta su una nuvola con angeli, attribuita al Quattrocchi e realizzata nel 1799. Nella parete di destra il pulpito in noce con dei bassorilievi raffiguranti San Paolo, San Nicola di Myra, l’Immacolata, il Beato Agostino e San Pietro. Sopra l’ingresso della sacrestia si può ammirare un crocifisso in mistura del 1555 attribuito a Vincenzo Pernaci e proveniente dalla precedente Chiesa Madre, la Chiesa di San Giacomo (La Chiesa di San Giacomo).
Altre importanti opere che meritano di essere citate sono: i gruppi scultorei ospitati all'interno della Cappella di Santa Maria la Nova, che rappresentano una Madonna con Bambino e un paliotto marmoreo, che adornavano l'originario altare dell'antica Chiesa, e le quattro statue che originariamente si trovavano nelle nicchie della facciata esterna e che sono state sostituite da quelle che vediamo oggi. La statua della Madonna della Concezione, realizzata dal Quattrocchi nel 1799, ospitata all'interno di una custodia in vetro, e che viene portata in processione l'8 Dicembre in occasione del giorno dell'Immacolata. Nella Cappella di San Gaetano invece è ospitato il miracoloso Crocifisso nero (), in legno d'ebano, mistura e dettagli in oro, risalente al Quattrocento e proveniente dalla Chiesa dell'Annunziata (). Inoltre importanti sono due resti dell'antica Chiesa: il basamento di una colonna e un affresco del Quattrocento raffigurante una Madonna del Latte.
FOTO:
Giovanna Daniela Pandolfo
Marco Noto